È’ una domenica calda, il rumore delle cicale è assordante e diventa quasi un sottofondo, un finto silenzio sul quale, se provo a chiudere gli occhi, scorrono immagini d’estate. Nei giorni passati, mentre ero alla ricerca di questo immaginario iconografico, mi sono imbattuta in un picture book che che mi ha colpito.
Nella copertina è raffigurato un condominio. I panni sono stesi, il cielo è terso e si percepisce il caldo estivo. Dalla terrazza una mamma allunga un cappellino bianco e blu al suo bambino, che con la sorella, sta per uscire per una passeggiata nel quartiere. Librerie specializzate giapponesi, appassionati di libri illustrati, tutti stanno condividendo la foto di questo albo sui social. Perché? Perché racconta magistralmente un giorno d’estate giapponese? Un giorno comune in cui succedono tante piccole cose, un giorno qualsiasi in cui il bambino lettore può riconoscere nelle pagine del libro, la vita quotidiana che scorre quietamente? Dove puoi vedere un quartiere di periferia, la campagna con i campi e i girasoli, il gioco solitario di una bambina nella sua cameretta, la vita e la morte di una cicala? Si, ma c’è qualcosa di più. Le figure di questo albo illustrato accompagnano una delle poesie più famose di Shuntarō Tanikawa (谷川 俊太郎 ) grandissimo poeta, scrittore e traduttore, autore di inni scolastici, testi di canzoni, sceneggiature di radiodrammi, film e fiction tv e di numerose opere di poesia per bambini.
Tanikawa, nato a Tokyo nel 1931, è figlio del filosofo Tetsuzō Tanikawa. Prolifico nella sua produzione poetica che comprende oltre 60 opere, ha tradotto in Giappone i Peanuts, le Filastrocche di Mamma Oca, Papà Gambalunga e i libri di Leo Lionni. Nel 2008 è stato candidato all’Hans Christian Andersen Award.
Le sue opere sono tradotte in molte lingue. In italiano abbiamo la sua prima collezione di poesie del 1952, pubblicata ad appena 21 anni. Una solitudine di due miliardi di anni luce, per Bulzoni editore, nella traduzione di Diego Martina.
Proprio dall’interessante introduzione al testo poetico di Martina, apprendo delle terribili visioni a cui hanno assistito gli occhi del quattordicenne Tanikawa, in una Tokyo in cui le incursioni aeree sono sempre più frequenti. Il ragazzo, trasferitosi prima a Kyoto con la madre e poi ritornato a Tokyo, continua i suoi studi in grande contrasto con la scuola. Già al liceo pubblica poesie nel giornalino scolastico. La sua poesia si discosta da quella tradizionale giapponese, non è haiku, tanka o kanshi. Alla base della sua scelta c’era, ci racconta Diego Martina, “la necessità di poter dare vita ad un tipo di lirismo che potesse rispondere ad una “musicalità” del tutto personale, per la quale un tipo di metrica classica, codificata e “rigida”, risultava inadatta.”.
Versi liberi quindi, musicali, per una poesia che è quotidiano, che è vita. Per Tanikawa “le poesie esistono soltanto perché esistono le parole, le parole esistono soltanto perché esiste la vita”. Leggiamo ancora nell’introduzione di Diego Martina: “La Poesia non è quindi un mezzo per trascendere la realtà bensì un modo per raccontarla, e per permettere, a chi legge, di porsi per un attimo al di fuori del proprio scorrere esistenziale, “prendere fiato” per poi continuare a vivere. Ed è Tanikawa stesso che dice: “la poesia riesce a completare se stessa soltanto se viene “usata e gettata” quotidianamente. La poesia si ricopre di gloria nel poter essere usata e gettata via per la vita di un uomo. La poesia è qualcosa che si completa attraverso la poesia, grazie alla persona che si emoziona con essa”.
Qui potete leggere una recensione di questa raccolta.
La poesia di Tanikawa che da il titolo all’albo di cui parliamo oggi è 生きる (Ikiru – Vivere). Ne potete leggere una versione in inglese di Naoko Smith qui. Io riporto una traduzione italiana, trovata qui. Nell’articolo si fa riferimento alla tragedia del terremoto e tsunami del 2011 e al fatto che proprio dopo quegli eventi, su molti blog giapponesi sia stato pubblicato questo omaggio alla vita, del grande poeta.
Vivere,
vivere oggi, significa
sentirsi assetati,
essere abbagliati dal sole che filtra tra le foglie degli alberi,
ricordare all’improvviso una melodia,
starnutire,
prendersi per mano con te.
Vivere,
vivere oggi, significa
minigonne,
planetari,
Johann Strauss,
Picasso,
le Alpi,
incontrare ogni sorta di meraviglie,
e
rifiutare con cura il male nascosto.
Vivere,
vivere oggi, significa
poter piangere,
poter ridere,
potersi arrabbiare,
essere liberi.
Vivere,
vivere oggi, significa
oggi un cane sta abbaiando in un luogo lontano,
oggi la Terra sta girando,
oggi da qualche parte il primo vagito di un neonato si solleva,
oggi da qualche parte un soldato è ferito,
oggi uno swing sta dando il ritmo,
oggi “oggi” sta passando.
Vivere,
vivere oggi, significa
un uccello sbatte le sue ali,
il mare rimbomba,
una lumaca striscia,
la gente ama,
il calore delle tue mani,
la vita stessa.
Le figure di questo albo, uscite dal pennello di Okamoto Yoshiro, non seguono i versi della poesia, sono anch’esse un’omaggio alla vita. Ripercorrono, già a partire dall’immagine della copertina di cui ho parlato prima, una storia che poi si intreccia con altre storie quotidiane.
Il libro si apre con una cicala, che ha cessato di cantare. Vediamo solo le formiche che si servono il loro pasto, la loro vita, e i sandali di un bambino, che sta osservando.
Giriamo pagina e la scena si apre su un parco giochi, il bambino ora è solo un pezzetto di tutto quello che succede. Osserviamo gli altri personaggi, che ritroveremo nelle pagine successive, storie nella storia.
Un ritmo lento e piacevolissimo ci racconta delle piccole e magnifiche cose che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno.
Il cielo azzurro e il mare calmo. L’ombra degli alberi. Sussurrare un segreto ad un’amica, giocare nella piacevole penombra della propria cameretta, annaffiare le piante con il nonno, i colori brillanti dei pesci nell’acquario, arrabbiarsi, ridere, piangere, lavorare, correre, sudare, vivere.
Un albo che ti fa andare avanti e indietro, per scoprire particolari che non avevi visto, tante storie dentro a quella principale dei due fratellini protagonisti.
Altra vita pulsante che c’è in questo albo, è quella delle figure di Okamoto Yoshiro. Gli occhi, dopo tanto digitale, si rilassano e godono nella matericità di molti illustratori giapponesi che scelgono la pittura come mezzo espressivo.
Classe 1973, Okamoto Yoshiro è nato a Ube nella prefettura di Yamaguchi. Si è laureato in pittura al olio all’Università delle Belle arti Musashino. Oltre alla pittura, realizza anche animazioni, installazioni e marionette.
Qui potete vedere alcune immagini della “Wonderland Exhibition” dell’anno scorso nella prefettura di Yamaguchi. Qui altre immagini dalla libreria Tsubamegou che ha ospitato i suoi lavori nel 2014. Potete seguire le interessanti attività della libreria, nel sito ufficiale, su Twitter e Facebook.
Noterete come la copertina del libro esposto nelle immagini del blog, sia diverso da quello di cui vi ho parlato che è appena uscito in versione cartonata per Fukuinkan. L’albo è nato infatti nel 2013 come rivista mensile di una scuola elementare, edita da Gospel Buildings Bookstore. Esaurita, ritorna oggi con questa nuova edizione disponibile per tutti.
Un’altra bellissima poesia del 1945 di Shuntaro Tanikawa, è stata pubblicata da Kodansha nel 2015. Anche qui le immagini accompagnano le parole, ma godono anche di vita propria. La poesia è : Sen-sō shinai (せんそうしない ) Non fate la guerra. Qui sotto potete leggerla in italiano (mia traduzione dall’inglese).
Le farfalle non fanno la guerra alle farfalle.
I pesci rossi non fanno la guerra ai pesci rossi.
Le balene non fanno la guerra alle balene.
Passeri e gabbiani non fanno la guerra.
Violette e girasoli non fanno la guerra.
Pini e quercie non fanno la guerra.
I bambini non fanno la guerra ai bambini.
Combattono, ma non vanno in guerra.
Gli adulti sono quelli che vanno in guerra.
Per proteggere i loro paesi…
Per proteggere i loro bambini…
Ma se vanno in guerra, saranno uccisi.
Bambini nemici saranno uccisi.
Bambini alleati saranno uccisi.
Persone saranno uccise da altre persone.
Saranno uccise prima di morire.
Riso e pane non vanno in guerra.
Vino e sake non vanno la guerra.
Mari e fiumi non vanno in guerra.
La luna e le stelle non vanno in guerra.
Le figure sono di Michiko Egashira (江頭 路子), prolifica illustratrice, maestra dell’acquerello, sopratutto nel raccontare l’infanzia piccola. Qui il suo sito.
Per approfondire il lavoro di Tanikawa nella letteratura per l’infanzia, potete recuperare Moi, edito da Piquier Jeunesse, un piccolo compendio di filosofia bambina, in cui la protagonista si domanda chi è. Le figure sono di Shinta Chō.
Shuntarō Tanikawa è autore delle parole di una celebre canzone del film di animazione dello Studio Ghibli, Il castello errante di Howl.
Questa è la traduzione in italiano del testo della canzone, trovata sulla pagina Facebook di Studio Ghibli Italia.
LA PROMESSA DEL MONDO
In fondo alle lacrime,
un sorriso tremolante
È dall’inizio dei tempi,
La promessa del Mondo.
Anche se adesso sono da sola,
dallo ieri di noi due
l’oggi nasce scintillante
come il giorno del nostro primo incontro.
Nella dimora delle memorie
tu non ci sei;
Fattoti brezza leggera,
mi sfiori le guance.
Il sole del pomeriggio filtrava tra le foglie,
e anche dopo esserci divisi,
non potrà mai avere fine
La Promessa del Mondo.
Anche se adesso sono da sola,
i domani sono illimitati;
Sei stato tu a insegnarmi
la gentilezza celata nella notte.
Nella dimora delle memorie
Tu non ci sei
Nel canto dei mormorii scroscianti,
Nel colore di questo cielo,
Nel profumo dei fiori,
Vivrai per l’eternità.
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Interpretata da Chieko BAISHO
Poesia di Shuntaro TANIKAWA
Composta da Youmi KIMURA`
Arrangiamenti Joe HISAISHI
Vi lascio qui all’ascolto di SEKAI NO YAKUSOKU 世界の約束 La promessa del mondo.