Tutti i bambini degli anni ’80 cresciuti a pane e cartoni animati li conoscono. Al pomeriggio, in uno dei tanti imperdibili appuntamenti fissi, spuntavano ogni tanto strani personaggi, mostri, spiriti, fantasmi. C’era immancabilmente un tempio, con un monaco scintoista che compiva un rituale. Non eravamo in grado di capire allora, ma quello che ci lasciavano queste visioni, era la sensazione di uno stretto collegamento tra l’uomo, la natura e il soprannaturale.
Dall’introduzione a Enciclopedia dei mostri giapponesi (Kappa edizioni, 2013), l’autore Shigeru Mizuki, uno dei grandi maestri del manga, scrive: “Secondo Kumagusu Mikanata l’esistenza si basa su un continuo bilanciamento di vita e morte. Quando qualcosa (o qualcuno) è vivo, è tangibile, per cui è possibile vederlo e toccarlo. Dopo la morte, però, è la vita spirituale a prendere il sopravvento, e da quel momento in poi l’esistenza cambia forma e assume l’eterea consistenza di un’anima, di uno spirito, o in casi particolari di creature mostruose. A suo avviso, per poter percepire queste forme di esistenza è necessario il nooryoku, la “capacità della mente”, l’innocenza. Chi ha malignità nel cuore non è in grado di vederli, perché non sarà mai in armonia con ciò che lo circonda. Ritengo che le sue parole siano giuste.”.
Ieri ha inaugurato la 35 edizione di “Le immagini della Fantasia” a Sàrmede, di cui vi ho parlato qui. E oggi fra le mani ho un gioiellino che chi ama il Giappone, l’illustrazione o anche solo gli oggetti artistici, si deve assolutamente procurare.
Si tratta di Memory Yōkai. Mostri e spiriti giapponesi di Else edizioni. Uno specialissimo memory realizzato appositamente per l’evento, in stampa serigrafica e tiratura limitata di 350 copie. La prima cosa che noto, aprendo la scatolina, è l’armonia della confezione, in perfetto stile nipponico. All’interno un piccolo libricino, che in copertina ha lo stesso retro delle carte, presenta gli illustratori che hanno realizzato le tessere e gli Yōkai che sono stati a loro affidati.
La cosa che mi colpisce di più, che mi fa emozionare, è la stampa serigrafica in due colori, rosso e blu. Una tecnica meravigliosa, che ho provato anche io presso l’atelier di Le Magnifiche Editrici, qui è realizzata da mani sapienti che pur con stili diversi creano un risultato armonioso.
Nel cofanetto troviamo 24 tessere, 12 Yōkai realizzati da 6 illustratori giapponesi.
Hitomi Murakami > Baku e Oni
Ha studiato incisione a Firenze, realizzando così un suo sogno d’infanzia ed è stata selezionata più volte alla Mostra illustratori della Bologna Children’s Book Fair. La conoscevo già, perché della collana di Lirabelle “Tesselles de Bologne” possiedo La longue trompe de Colongo, le cui illustrazioni abbiamo visto in Fiera a Bologna nel 2005
Per le sue illustrazioni usa principalmente l’incisione su linoleum. Per il Memory di Else ha realizzato Baku, un’animale fantastico di origine cinese e Oni, antichissimo mostro giapponese molto caro ai bambini degli anni ’80 di cui sopra.
Kiyo Tanaka > Kappa e Konaki – Jijī
Selezionata più volte alla Fiera del libro di Bologna e per la Biennale di Bratislava, Kiyo Tanaka ha studiato incisione e pittura a olio alla Tama University di Tokyo. Ha pubblicato con la storica casa editrice Fukuinkan. Il suo Chihuahua a pois è edito anche in Francia da Piquier Jeunesse. Io l’ho incontrata anni fa in un picture book di Kodansha, Il lago dei cigni, che avevamo selezionato per una mostra su Infanzia e Danza.
Usa l’incisione su rame, che stampa su carta giapponese e ha creato per Else il famosissimo Kappa, il bambino del fiume e il Konaki – Jijī, il vecchietto piangente che sa trasformarsi in un neonato.
Kotimi > Noppera – Bō e Rokurokubi
Kotimi vive e lavora a Parigi. Nel 2016 è stata selezionata a Bologna e da quelle opere è nato Minna no aka hon (Il libro rosso di tutti) con i testi di Didier Lévy, pubblicato sia in Giappone che in Francia. Sempre collaborando con Lévy ha pubblicato per Rue du Monde. La trovate anche nel libro di fiabe giapponesi di Franco Cosimo Panini, di cui parleremo presto su Kira Kira.
Lavora con la china, rielaborando in digitale. I suoi Yōkai sono molto spaventosi, Noppera – Bō, il mostro senza volto e Rokurokubi, la donna con il collo che si allunga.
Kouki Tsuritani > Yuki-Onna e Tengu
Ha studiato pittura ad olio a Kanazawa specializzandosi poi in incisione su rame e oggi insegna all’Università d’arte di Hiroshima. Anche lui selezionato a Bologna, lavora con le antiche tecniche di incisone come acquaforte e mezzatinta. Guardando la gallery fatta di bellissime tavole in bianco e nero sul suo sito, rimaniamo colpiti dalle due bellissime tessere del memory che rappresentano la donna della neve e l’antico Yōkai delle montagne.
Kumiko Yamamoto > Daidarabocchi e Zashiki-Warashi
Selezionata a Bologna nel 2003 e 2005, ha studiato grafica alla Tama University di Tokyo. Lavora come illustratrice di libri e riviste in Giappone, in Francia ha pubblicato per Lirabelle e Tourbillon.
Lavora in litografia e pastelli e per il memory ha illustrato le tessere di Daidarabocchi, il gigante che ha creato il monte Fuji e di Zashiki-Warashi (uno dei miei Yōkai preferiti) che puoi incontrare nelle case più vecchie del Giappone del nord. Un bambino o bambina fra i due e i dieci anni, visibile solo agli abitanti della casa e a volte solo i bambini. Adora fare scherzi, ma è legato ad un triste passato nel quale i neonati morivano per mancanza di cibo e venivano sepolti in casa, diventandone poi gli spiriti protettori.
Nana Furiya > Kitsunebi e Chōchin- Kozō
Forse la più nota tra questi artisti, Nana Furiya si è trasferita nel 1992 a Bratislava per studiare con Dušan Kállay e vive tuttora in Slovacchia. Ha pubblicato più di 60 albi in Giappone e lavora con acquerello, tempera e colori a olio.
Ha realizzato la carta di Kitsunebi, i fuochi delle volpe (altro elemento memorabile in alcuni cartoni animati giapponesi). La volpe nella cultura giapponese è un animale magico, ama spesso ingannare l’uomo trasformandosi in una bella donna. Chōchin- Kozō, il monello lanterna, invece rappresenta un’altra caratteristica degli Yōkai, che possono essere anche oggetti che dopo cent’anni di uso diventano vivi. Questa credenza è nata fin dal Medioevo e in Giappone ci sono delle vere e proprie cerimonie per ringraziare i vecchi oggetti per il loro lavoro.
Nel libricino che trovate nel cofanetto, ci sono altre notizie sui 12 Yōkai e le parole dei 6 illustratori a commento di questo lavoro. Complimenti alle curatrici Monica Monachesi e Ayami Moriizumi e naturalmente a Else Edizioni.
Memory Yōkai è davvero prezioso, da collezionista sono tentata di tenerlo chiuso, protetto. Ma gli oggetti così belli, vanno anche utilizzati e soprattuto presentati ai bambini. Impareranno, osservando le nostre mani attente, come trattarli con cura.
Ci sono molti albi illustrati giapponesi sugli Yōkai, oggi vi segnalo una delle ultime uscite di Kodansha, きもだめし “Prova il tuo coraggio” di Hiroyuki Arai. Qui sotto uno degli spiriti presentati anche nel memory…. lo riconoscete?