Oggi partiamo da un cortometraggio per arrivare ad un libro. Prima di raccontarvi di questa piccola perla, vi invito a godervi i circa 10 minuti di visione, assaporando ogni particolare, ogni emozione.
Poi tornate qui a leggere il post.
Tsumiki no ie つみきのいえ (La casa dei piccoli cubi) è un cortometraggio animato del 2008 che ha fatto conoscere al grande pubblico il lavoro di Kunio Katô (加藤 久仁生). Nato nel 1977, diplomato all’Università delle Belle Arti Tama a Tokyo, ha lavorato dal 2001 nello studio di animazione della ditta Robot. Nel 2003 ha realizzato una serie di corti intitolati Aru tabibito no nikki (Le journal de Tortov Roddle, che potete vedere qui per intero ) con cui ha cominciato a farsi conoscere dal pubblico internazionale.
La casa dei piccoli cubi è una storia struggente. Protagonista un vecchio signore che vive in un paese in cui l’acqua cresce con costanza, una città sommersa in cui gli abitanti devono costruire costantemente, un cubo sull’altro, nuove case. Una città che si sviluppa in altezza, alte torri che seguono lo scorrere del tempo, strati di memoria che sprofondando in fondo al mare. La sua piccola casa ha le pareti piene di fotografie, al centro il tavolo tondo, con una bella tovaglia bianca e rossa, è apparecchiato solo per lui.
Il viaggio del vecchio signore inizia il giorno in cui la pipa gli cade nella botola che collega il piano terra a quelli sottostanti. L’anziano compra l’occorrente per immergersi e ripercorre così a ritroso la propria vita. Ogni piano un ricordo, un momento passato. La malattia della moglie e la sua morte sono il ricordo recente, ancora più giù i ricordi sono più sereni, il primo nipote, il giorno in cui ha conosciuto il futuro marito della figlia e ancora prima quando lei ha lasciato il nido.
Eccola, ancora più sotto la figlia, è una bambina, il signore e sua moglie sono giovani, la casa è già in costruzione verso l’alto, l’acqua che sale una realtà quotidiana. Infine, in fondo a questo mare di ricordi, il piano più basso, quello che prima era appoggiato sull’erba. Il signore e sua moglie bambini, poi ragazzi e poi marito e moglie che iniziano, mattone dopo mattone a costruirsi la loro prima casa. Risaliamo con lui, torniamo in superficie e siamo di nuovo nella piccola casa, ora nelle foto alle pareti sappiamo ritrovare i ricordi di cui siamo stati testimoni. Sul tavolo tondo, con la tovaglia bianca e rossa, il vecchio signore mette due calici di vino rosso e brinda a chi non c’è più ma è ancora nel suo cuore.
La casa dei piccoli cubi ha vinto molti premi prestigiosi primo fra tutti l’Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione all’Academy Awards. Qui la cerimonia, dove oltre alla sua ditta e ai suoi collaboratori, Katô ringrazia anche la sua matita.
Potete vedere anche in tv, se avete un abbonamento a Netflix.
Nello stesso anno, Katô ha pubblicato un albo illustrato ispirato al film, dove ha realizzato lui stesso tutte le illustrazioni.
I testi sono di Kenya Hirata, diplomato in letteratura francese, sceneggiatore televisivo e teatrale, che Katô ha conosciuto proprio alla Robot e che aveva già realizzato la sceneggiatura di Tsumiki no ie.
Questo albo pubblicato in Giappone da Hakusensha è stato tradotto in Francia nel 2012, ovviamente da nobi! nobi! un nome che i lettori di Kira Kira ormai conoscono bene. Nel 2013 l’albo ha vinto il Prix Sorcières deciso dall’Associazione delle Librerie Specializzate per ragazzi e dall’Associazione delle Biblioteche di Francia.
La storia dell’albo è la stessa del corto, con qualche piccola differenza.
È raccontata più nello specifico la vita del vecchio signore. Possiamo vedere i ricordi mentre lui li vede, sono raffigurati in pagina come una presenza vivida, mentre il protagonista si immerge con la tuta da sub.
Anche il finale è leggermente diverso, non si brinda al passato, ma si sorride al presente. È primavera, la casa nuova è terminata, un dente di leone è fiorito sul muro screpolato. Il vecchio signore lo guarda sorridendo dolcemente.
Le illustrazioni dell’albo sono poetiche come i fotogrammi del corto, i colori però sono più delicati.
Una versione in lingua inglese è uscita con il titolo di Once upon a Home upon a Home per un’interessante ditta giapponese Rikumo, ma è ora sold out. Se vi piacciono le “cose” giapponesi, il sito vale una visita.
Kunio Katô ha continuato a lavorare parallelamente nel mondo dell’animazione e dell’illustrazione, altri suoi lavori sono:
Atogaki (あとがき) per Hakusensha nel 2001
del 2014 è Eki no i (えきのひ) dove due fratellini fanno l’esperienza della prima volta in una grande stazione
e Hontō noji bun (ほんとうのじぶん) dove accompagna le poesie di Chihiro Ishizu (石津 ちひろ), premiata scrittrice e traduttrice di libri per ragazzi.
Vi lascio infine con un altro brevissimo ma interessante corto di questo artista. Buona visione!