Finita l’edizione 2017 della Bologna Children’s Book Fair posso dire, senza esitazione, che è stata la Fiera più bella della mia vita.
È stata una fiera di incontri, coincidenze, emozioni. Del programma generale non ho visto molto, giusto qualche suggestione nelle corse lungo i corridoi fra un appuntamento per Kira Kira e il lavoro. Ma ero presente con costanza a tutti gli incontri che riguardavano il Giappone, che quest’anno è uscito un po’ di più dalla suo arcipelago di isole per farci conoscere la ricchezza dei suoi albi illustrati.

L’evento principale è stato nihon no ehon, la mostra bibliografica di JBBY  con una selezione di 50 nuovi titoli pubblicati negli ultimi 5 anni. Gli albi sono divisi in tre categorie: Cominciamo da zero che comprende i libri per piccolissimi e i libri interattivi; Vedere, pensare e sentire, una sezione di libri che possono essere “letti” senza conoscere la lingua giapponese. In questa seconda sezione, troviamo bellissimi albi che seguendo la tradizione tipicamente giapponese di raccontare le storie con le figure (come negli emakimono del dodicesimo secolo) propongono una narrativa per immagini. Qui anche picture books che offrono suggestioni poetiche sul tempo, sulla natura e sulla vita attraverso le figure, e albi che raccontano la varietà delle emozioni dei bambini, perché essere bambini non significa sempre essere felici. La terza sezione, Benvenuti in Giappone, è un viaggio per conoscere questo paese attraverso libri tipicamente giapponesi o che affrontano questioni giapponesi come la bomba atomica o il recente Tsunami del 2011.

Completano la ricchezza della mostra, un corner dedicato ai libri che hanno ricevuto una menzione speciale al BolognaRagazzi Award negli ultimi anni e una serie di pannelli che raccontano l’importanza dei picture books in Giappone. Qui infatti non sono considerati solo per bambini, ma sono largamente apprezzati e ritenuti un fenomeno culturale. Ogni anno vengono pubblicati fra i 1000 e i 1500 nuovi titoli ed esistono più di 40 “musei dei picture books”. Questi musei hanno caratteristiche diverse, possono essere grandi spazi che offrono mostre permanenti e organizzano eventi, come quello dedicato alla grandissima Chihiro Iwasaki che ha aperto nel 1977 o quelli dedicati ad altri grandi artisti come Mitsumasa Anno, Kazuo Iwamura e Seizo Tashima. Oppure piccoli spazi derivanti da collezioni private. Non dimentichiamo poi l’Itabashi Museum di Tokyo che ogni anno ospita la Illustrator Exhibition della Fiera del Libro. Ci sono poi tantissime librerie specializzate che organizzano anche mostre e workshops.

      

      

Infine, non poteva mancare una sezione dedicata al magnifico MOE Magazine di cui abbiamo parlato qui.

Nihon no ehon, il cui elegante design porta la firma Katsumi Komagata, ha ospitato anche alcuni interventi che hanno approfondito, per il pubblico presente, i temi della mostra.

       

L’introduzione è stata a cura di Yukiko Hiromatsu, autrice di libri illustrati e critica, la chiusura di Junko Yokota, Professore Emerito di Reading and Language al National College of Education, National Louis University (Chicago) e Direttore del Center for Teaching through Children’s Books, che ha commentato i libri in mostra con un brillante intervento.

Altro intervento speciale è stato quello di una libraia/editrice che ha presentato l’esperienza di Lion Books, una casa editrice lanciata nel 2016.

        

Il progetto nasce da una libreria con 4 persone, ognuna con il suo sogno. Organizzano mostre, una newsletter informativa sugli ultimi picture books usciti e interviste con gli autori.

Hanno pubblicato i primi due libri, Small Bottle di Nanako Matusa e The ball and I, and clouds di Yasumi Kato, e si propongono di uscire con 4 titoli all’anno. Rie Kanemori ci ha spiegato che nella loro filosofia, i librai non solo vendono libri, ma possono usare le loro abilità per far conoscere, promuovere, trasmettere e poi vendere quello che amano. All’incontro era presente anche l’illustratrice Yasumi Kato che ha mostrato la sua tecnica: con matite, pastelli a olio, molti strati e un taglierino, realizza immagini di cibi con una straordinaria capacità di rendere materiche e realistiche le figure.

Quest’anno ho avuto il piacere di conoscere anche Aya Ishii e Nao Nakashima e il bellissimo progetto di Nijinoehonya. Me le hanno presentate Ayumi e Fumitaka Kudo, altri due artisti giapponesi che vivono in Italia e il cui lavoro vi consiglio di scoprire. Aya e Nao hanno una libreria specializzata, una casa editrice, una piccola galleria e organizzano performance ed eventi intorno ai libri illustrati.

Si presentano come “un ponte arcobaleno fra i lettori e gli autori di libri illustrati”.
Quest’anno hanno organizzato un evento di letture in italiano e giapponese presso Eataly delle Librerie Coop Ambasciatori, seguito poi da una cena giapponese dello chef Megumi Sawano. Aya, il Presidente, è un folletto vestito di abiti lunghi e coloratissimi, con gli occhiali tondi tondi e la frangetta, ma è anche una donna di una forza ed entusiasmo straordinari. Alla cena ha saltellato fra un tavolo e l’altro, spiegando alle persone cosa stavano mangiando, attraverso le figure di albi illustrati sul cibo giapponese.

Nao invece, realizza anche piccole sculture con soggetti tipicamente giapponesi e ha realizzato il design di una tradizionale scodella in lacca, potete leggere qui del progetto.

All’attivo hanno 9 albi, una nuova uscita in ottobre ( il cui crowfunding partirà a maggio) e una “family line”, libri autopubblicati che promuovono e sostengono. Aya e Nao mi hanno regalato una delle loro pubblicazioni, il primo libro del duo Harapekomegane, un viaggio alla scoperta del Sukiyaki, un bellissimo modo di raccontare il cibo in un albo di grande qualità visiva ed estetica.

La visita alla mostra illustratori è stata molto soddisfacente. Le tavole giapponesi mi hanno sorpreso per i particolari che in anteprima non avevo notato, il collage, la sovrapposizione carte, le prospettive ardite, i colori e la freschezza.

Come sempre visita d’obbligo alla Creators Factory International di Takashi Asayama, che come ogni anno si pone come vetrina per nuovi talenti emergenti.

Vi lascio ora con una gallery di ricordi, cartoline virtuali che immortalano quest’anno indimenticabile.

*L’illustrazione dell’ anteprima in testa al post, è di Furugori Kanako.